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La pianta del caffè


Categorie : Curiosità

Un arbusto originario dell’Africa subsahariana ma che ormai è diffuso in tutti i paesi tropicali. La pianta del caffè appartiene alla famiglia delle Rubiaceae e può appartenere a circa 60 differenti specie del genere ‘Coffea’. La più nota la Arabica, miscela dalla quale si ricava il caffè ritenuto migliore.
A differenza di quanto si possa essere portati a pensare, la pianta del caffè genera fiori, di colore bianco, che nascono diverse volte nel corso dell’anno. Immediata alla fioritura vi è poi la nascita del frutto.
Parlando di differenti specie di caffè, oltre alla già citata Arabica le più note sono la Robusta, la Liberica e l’Excelsa. La differenza sta anche nella forma del chicco: l’Arabica ad esempio presenta un chicco ovale e allungato, mentre la Robusta ha chicchi più sul tondeggiante e con superficie piatta.

Coltivazione della pianta

pianta-del-caffè

Ma oltre alla forma la differenza è anche nella sostanza: il caffè che si ottiene dalla qualità Arabica ha un aroma meno amaro rispetto a quello ottenuto dalla Robusta. Anche il contenuto di caffeina varia a seconda della specie di caffè.
La pianta del caffè è coltivata in tutto il mondo, in zone particolarmente calde: come nel caso di Sud America ed Africa, con particolare riferimento a paesi quali Colombia, Brasile, Ecuador, Nicaragua, Kenya, Ruanda, Angola, Ghana, Costa d’Avorio ecc…
Proprio perché è coltivata in zone molto calde, la pianta da caffè tende a fare frutti durante tutti i periodi dell’anno, con una connessione molto stretta al fenomeno delle piogge. Ci vogliono mediamente tra i 7 e gli 8 mesi dopo la nascita del frutto per far si che le drupe, i fiori, siano mature e possano essere raccolte per dar vita al caffè comunemente noto. 

Dall’essiccazione alla preparazione

Arrivati a questo punto si è infatti pronti per la raccolta del caffè: che può avvenire o con il metodo picking, con il quale le bacche sono raccolte singolarmente; o con lo stripping, che prevede invece che i chicchi di caffè siano sgranati tutti insieme dai rami della pianta.
Il passaggio successivo è quello che prevede l’estrazione del seme dalla bacca: questa avviene o a secco, con essiccazione dei frutti raccolti e con successiva frantumazione; e a bagno nell’acqua, tramite il cosiddetto metodo ‘lavato’ che prevede una breve fase di fermentazione per arrivare poi ad asciugatura o essiccamento al sole.
Da questi processi si ottiene poi il caffè comunemente noto, pronto per essere preparato e destinato all’utilizzo finale. Che può essere, oggi, in polvere macinato; in chicchi; o preparato in monodosi da inserire in capsule e cialde che possono essere poi, a loro volta, utilizzate con le comuni macchine da caffè.

 

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